Volevo fare la veterinaria

"Voglio fare la veterinaria".

Questo rispondevo quando, da piccola, mi chiedevano cosa volessi fare da grande.

Passavo ore a giocare a fare finta di curare i miei animai di peluches che Dottoressa Dotty spostati, e quindi la mia risposta era sempre quella.

Poi è arrivato il momento del: "cosa vuoi fare da grande"? E io: "non lo so".

Alle medie, quando è arrivato il fatidico momento di dover scegliere quale scuola superiore frequentare per cinque anni, e di conseguenza quale lavoro fare in seguito, io non sapevo dove sbattere la testa.

Complice il bullismo a cui ero sottoposta, la mia voglia di andare a scuola, al terzo e ultimo anno di medie, era pari a zero. E i miei voti avevano subìto un netto calo, tanto che stavo rischiando la bocciatura.

E scegliere la futura scuola da frequentare, quindi, mi sembrava qualcosa di assurdo. Come potevo scegliere così su due piedi cosa fare della mia vita?

Non servivano a niente i manuali di orientamento alla scelta della scuola superiore, a nulla le giornate di open day a cui ho partecipato nella speranza di trovare qualcosa, un indizio su quale potessi scegliere.

Per i professori non avevo molte speranze qualsiasi scuola avessi scelto. Ero sola nella scelta, sperduta. Il futuro era qualcosa di nero e opaco, per me.

Poi, motivata da non so cosa, forse ero solo stanca di vedere le professoresse ridermi in faccia, ho ricominciato a studiare, fregandomene dei compagni di classe, delle prese in giro, della scritta fantasma sul banco fatta con il pennarello indelebile.

Alla fine, ho superato gli esami di terza media, lasciandomi alle spalle tutto quanto. Ho passato l'estate al mare, in Liguria, insieme alla mia migliore amica, stalkerando in segreto un ragazzo di nome Flavio per cui avevo una cotta galattica.

E solo ad agosto, quando il tempo stava per scadere, mi sono iscritta alla scuola superiore. Scegliendo a caso. Non avevo trovato ancora la mia strada.